phone booth, telephone, public-203492.jpg

Brexit e roaming: cosa cambierà?

Alcune compagnie telefoniche, dopo anni di politica comune, stanno pensando a introdurre un sovrapprezzo per le telefonate al di fuori della Gran Bretagna.

Era il 2017 quando l’Unione Europea, con una mossa molto gradita dai consumatori, aveva deciso di abbattere le tariffe per il roaming internazionale: i cittadini degli stati membri non avrebbero più pagato un sovrapprezzo sulle comunicazioni telefoniche quando viaggiavano all’estero, in altri Paesi dell’Unione Europea. Un tassello importante nel senso di comunità e una semplificazione fondamentale in un momento in cui la telefonia mobile rappresentava (e rappresenta tuttora) un elemento caratteristico delle nostre vite quotidiane. Uscita dall’Unione Europea, la Gran Bretagna potrebbe far retromarcia anche su questo aspetto, ritornando nuovamente a una maggiorazione delle tariffe per i suoi cittadini che telefoneranno dall’estero.

EE, O2, Three sono le compagnie che hanno annunciato variazioni. Vodafone, invece, sembra non pianificare – al momento – nessuna strategia in proposito. Ovviamente, le tre compagnie citate applicheranno i sovrapprezzi a vario titolo. Ad esempio, EE pagheranno circa 2 sterline supplementari per ogni giorno trascorso al di fuori dal Regno Unito, O2 e Three opereranno invece sui gigabyte di traffico dati: la prima compagnia farà pagare circa 3,50 sterline in più ogni giga scaricato sul territorio dell’Unione Europea, mentre Three farà passare da 20 a 12 i giga di download relativi agli utenti che si recheranno nell’UE.

Una vera marcia indietro, dal momento che – nonostante Brexit – gli operatori telefonici avevano garantito che non ci sarebbero state modifiche all’utilizzo dei dispositivi mobili per i cittadini UK in visita nei Paesi UE. Tuttavia, pare che Bruxelles si sia impuntato sul fatto di non voler includere più gli operatori britannici all’interno di quegli accordi che permettevano alle varie aziende di telefonia mobile di poter mantenere le medesime tariffe del territorio nazionale anche in altri stati membri dell’Unione. La sostanza è questa: l’accordo rappresentava uno dei vantaggi significativi del mercato unico europeo, uscirne significa automaticamente avere la possibilità di rinunciarvi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *